Ci sono decisioni che non fanno rumore. Non cambiano la giornata, non si vedono a occhio nudo, ma tracciano un percorso.
Questa è la storia di Luca, un papà che ha scelto di iniziare a costruire qualcosa di importante per il domani di sua figlia. Un passo alla volta, con la serenità di sapere di aver fatto la cosa giusta.
Mi chiamo Luca e sono papà da quattro anni.
Da quando è arrivata Giulia, la mia vita ha preso una direzione nuova. Non parlo solo delle notti insonni, dei giochi sparsi ovunque o delle merende improvvisate alle otto di sera. Parlo di quel pensiero costante che accompagna ogni giornata: come faccio a darle tutto quello che le serve, anche quando non potrò essere lì?
Non sono un tipo ansioso. Ma sono realista.
E so che crescere un figlio non è solo questione di amore e tempo. È anche possibilità. Scelte. Spalle coperte.
Così in passato, parlando con il mio agente Unicanavese, ho fatto una domanda che non avevo mai osato fare:
"Come si fa a mettere da parte qualcosa per il futuro di un figlio, senza ritrovarsi col fiato corto ogni mese?"
La risposta non è stata un prodotto. È stata una conversazione. Mi hanno spiegato che bastava poco. Che esistono strumenti semplici, flessibili, pensati proprio per chi vuole cominciare a costruire senza dover sacrificare il presente.
Non si trattava di fare grandi investimenti, ma di piantare un seme. Un piccolo gesto, ogni mese. E lasciarlo crescere.
Ho iniziato quasi per scommessa. Ora, dopo qualche anno, guardo quel piano come guardo Giulia mentre dorme: con un misto di tenerezza e fiducia. So che non sto promettendole la luna. Ma le sto preparando un terreno più solido da cui partire.
E per me, questo è essere padre. Fare il possibile oggi, per lasciarle la libertà di scegliere domani.
Grazie a Unicanavese, che non si è limitata a vendermi qualcosa, ma mi ha aiutato a fare una scelta che sento davvero mia.